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Italiano
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Che cosa significa Ciao! Il mio compito era scrivere un racconto con le frasi fatte presentate come dei personaggi. Sarei molto grata se mi potreste dire se ho fatto qualche sbaglio per quanto riguarda la grammatica?
grazie!
?
Che cosa significa Ciao! Il mio compito era scrivere un racconto con le frasi fatte presentate come dei personaggi. Sarei molto grata se mi potreste dire se ho fatto qualche sbaglio per quanto riguarda la grammatica?
grazie!
?
grazie!
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- Polacco
Spesso mi chiedo perché non ne si parla di piú. Perché li trattiamo come se non esistessero. Perché facciamo finta di non vederli? Di non sentirli? Perché non li vogliamo conoscere meglio? Sono delle domande abbastanza ponderose, lo so. Ma nonostante questo me le ponevo da quando ero bambina. Un solo pensiero della possibilità di poter capire dove nascono, come crescono, che tipo di persona sono mi accelerava il sospiro. Mi rendeva anche piu leggera, piu tranquilla. Mi sentivo quasi come se stessi per scoprire il mistero dell’universo, quello che tutti cercavano da secoli.
Non voglio vantarmi troppo, ma durante glu ultimi anni ho capito un po’ le cose. Prima di tutto, dovete sapere, che ci sono tantissimi di loro. Contarli è come cercare di uccidere le zanzare durante una serata estiva. Credi di aver preso una, ma un’istante dopo lei torna con la sua amichetta a pungerti. E cosi alla fine sei tu quello che deve rendersi.
Loro peró sono delle creature ancora più complesse. Ognuno è diverso, ognuno può esistere solo nel ambiente piu adatto a lui. Questo vuol dire che tutto ciò che lo circonda deve riflettere la persona che è, cosa gli piace, cosa non gli piace, di cosa ha paura, ma anche di chi ha paura. Cosa trova affascinante, prezioso, cosa invece orrendo. Proprio per questo motivo alcuni di loro non si incontreranno mai. Perché hanno bisogno delle cose completamente diverse per poter sopravvivere, cose che non possono coesistere, sarebbe al di la della logica.
Nei primi anni passavo tutte le sere a studiare questi sistemi. Un motivo era che volevo essere sempre pronta nel caso dovessi incontrare qualcuno che non conoscevo già. Un’altro invece, tutto questo mi sembrava troppo fascinoso per poter resistire.
Col passare del tempo ho capito però che non sono così tanto originali come credevo prima. Anzi, la maggior parte di loro è insopportabilmente noiosa e prevedibile. Aggiungendo il fatto che sono dappertutto, e facile dimenticarsi della loro presenza. Per questo ho deciso di darli i nomi delle frasi fatte.
Il primo, chiamato al passo coi tempi, è cresciuto ultimamente. La prima volta quando l’ho visto è stata quando avevo soli sette anni. Fu una giornata bellissima. Splendeva il sole, faceva abbastanza caldo, ma non troppo, nell’aria si sentiva il sapore del pranzo che preparava mia mamma. Giocavo a pallone con la mia miglior amica, tutte e due ridevamo a squarciagola. Parlavamo della mikstura che ci doveva aiutare a diventare le sirene. E ci credevamo davvero.
Poi all’improvviso mi chiamò mia mamma e mi disse di tornare a casa subito. Li mi sgridò dicendo che sono una ragazza irresponsabile, perché adesso è il tempo per studiare, fare i più compiti possibili per la scuola, non sprecare il tempo fuori, facendo chissà cosa.
vuoi essere la migliore? - mi chiese
sì, certo - risposi.
Allora fai quello che devi fare e non ti fermare mai più, devi pensare al tuo futuro, hai capito?
Si, ho capito.
Nel momento in cui ho risposto di “si” ho sentito la paura che mi ha completamente paralizzata. Un po’ d’aria gelida che mi ha toccato la pelle d’indietro. Un sussurro che diceva solo “avanti”. Era lui.
Eravamo amici per molti anni. Mi aiutava sempre quando dovevo finire un progetto, vincere un concorso o dimostrare un’altra volta che sono la migliore, che sono sempre un passo più avanti rispetto agli altri. Sentivo le voci che giravano sostenendo che la nostra amicizia sia un po’ tossica, ma non li ho mai dato retta. Se solo sapessero quanta forza mi dava nei momenti piu bui. Quanta sicurezza, quanto senso di benessere.
Dopo un po’ ho conosciuto anche il suo amico, chiamato un occhio di riguardo. Ed è stato lui ad insegnarmi come ottenere il vero successo. Una cosa per cui gli sarò sempre grata. Nel caso se non lo conosceste ancora, ve lo presento qui - il segreto è diventare ossessionati di solo una cosa, una passione. Almeno per me ha funzionato benissimo.
Ho scelto la biologia. Il mio obiettivo era entrare all’università di Oxford. Ho preso tutti i consigli del occhio di riguardo, e ho creato il mio piano perfetto. Di mattina mi svegliavo alle cinque e subito mi mettevo a ripetere tutto ciò che avevo imparato giorno prima. Alle sette facevo la colazione, prendevo la doccia fredda (per attivare più dopamina nei mie sinapsi, così riuscivo ad avere piu motivazione per studiare) e iniziavo di studiare di nuovo. Poi alle quattordici facevo una piccola pausa per guardare un video dove si parlava della storia della mia futura università. Dopo ovviamente studiavo di nuovo, facevo la cena e andavo a dormire. Sempre allo stesso orario, perchè e molto importante se vogliamo migliorare la nostra memoria. Io volevo. Non uscivo quasi mai, ho tolto i ponti con tutte le persone che non mi sopportavano. Alla fine lo scopo era solo uno.
Quando i miei coetanei si divertivano alle feste, io rimanevo a casa, con i miei due amici. Sapevo bene che posso sempre contare su di loro.
In tre eravamo davvero invincibili. E lo siamo ancora. Anche se litighiamo a volte, ma è normale, capita a tutti, no?
Oh, ho quasi dimenticato. C’è ancora un personaggio che volevo presentarvi. Lei è l’osservatrice che crede di essere la più oggettiva di tutti, perché è l’unica che possiede il privilegio di vedere gli altri. Solo lei può notare la loro presenza, senza trasformarsi in uno di loro allo stesso tempo. E solo lei li può giudicare. Proprio per questo l’ho chiamata in fin dei conti.
Il suo unico difetto è che a volte è un po’ arrogante, perché pensando troppo ai suoi privilegi si dimentica di far parte anche lei di questo gruppo.
Non voglio vantarmi troppo, ma durante glu ultimi anni ho capito un po’ le cose. Prima di tutto, dovete sapere, che ci sono tantissimi di loro. Contarli è come cercare di uccidere le zanzare durante una serata estiva. Credi di aver preso una, ma un’istante dopo lei torna con la sua amichetta a pungerti. E cosi alla fine sei tu quello che deve rendersi.
Loro peró sono delle creature ancora più complesse. Ognuno è diverso, ognuno può esistere solo nel ambiente piu adatto a lui. Questo vuol dire che tutto ciò che lo circonda deve riflettere la persona che è, cosa gli piace, cosa non gli piace, di cosa ha paura, ma anche di chi ha paura. Cosa trova affascinante, prezioso, cosa invece orrendo. Proprio per questo motivo alcuni di loro non si incontreranno mai. Perché hanno bisogno delle cose completamente diverse per poter sopravvivere, cose che non possono coesistere, sarebbe al di la della logica.
Nei primi anni passavo tutte le sere a studiare questi sistemi. Un motivo era che volevo essere sempre pronta nel caso dovessi incontrare qualcuno che non conoscevo già. Un’altro invece, tutto questo mi sembrava troppo fascinoso per poter resistire.
Col passare del tempo ho capito però che non sono così tanto originali come credevo prima. Anzi, la maggior parte di loro è insopportabilmente noiosa e prevedibile. Aggiungendo il fatto che sono dappertutto, e facile dimenticarsi della loro presenza. Per questo ho deciso di darli i nomi delle frasi fatte.
Il primo, chiamato al passo coi tempi, è cresciuto ultimamente. La prima volta quando l’ho visto è stata quando avevo soli sette anni. Fu una giornata bellissima. Splendeva il sole, faceva abbastanza caldo, ma non troppo, nell’aria si sentiva il sapore del pranzo che preparava mia mamma. Giocavo a pallone con la mia miglior amica, tutte e due ridevamo a squarciagola. Parlavamo della mikstura che ci doveva aiutare a diventare le sirene. E ci credevamo davvero.
Poi all’improvviso mi chiamò mia mamma e mi disse di tornare a casa subito. Li mi sgridò dicendo che sono una ragazza irresponsabile, perché adesso è il tempo per studiare, fare i più compiti possibili per la scuola, non sprecare il tempo fuori, facendo chissà cosa.
vuoi essere la migliore? - mi chiese
sì, certo - risposi.
Allora fai quello che devi fare e non ti fermare mai più, devi pensare al tuo futuro, hai capito?
Si, ho capito.
Nel momento in cui ho risposto di “si” ho sentito la paura che mi ha completamente paralizzata. Un po’ d’aria gelida che mi ha toccato la pelle d’indietro. Un sussurro che diceva solo “avanti”. Era lui.
Eravamo amici per molti anni. Mi aiutava sempre quando dovevo finire un progetto, vincere un concorso o dimostrare un’altra volta che sono la migliore, che sono sempre un passo più avanti rispetto agli altri. Sentivo le voci che giravano sostenendo che la nostra amicizia sia un po’ tossica, ma non li ho mai dato retta. Se solo sapessero quanta forza mi dava nei momenti piu bui. Quanta sicurezza, quanto senso di benessere.
Dopo un po’ ho conosciuto anche il suo amico, chiamato un occhio di riguardo. Ed è stato lui ad insegnarmi come ottenere il vero successo. Una cosa per cui gli sarò sempre grata. Nel caso se non lo conosceste ancora, ve lo presento qui - il segreto è diventare ossessionati di solo una cosa, una passione. Almeno per me ha funzionato benissimo.
Ho scelto la biologia. Il mio obiettivo era entrare all’università di Oxford. Ho preso tutti i consigli del occhio di riguardo, e ho creato il mio piano perfetto. Di mattina mi svegliavo alle cinque e subito mi mettevo a ripetere tutto ciò che avevo imparato giorno prima. Alle sette facevo la colazione, prendevo la doccia fredda (per attivare più dopamina nei mie sinapsi, così riuscivo ad avere piu motivazione per studiare) e iniziavo di studiare di nuovo. Poi alle quattordici facevo una piccola pausa per guardare un video dove si parlava della storia della mia futura università. Dopo ovviamente studiavo di nuovo, facevo la cena e andavo a dormire. Sempre allo stesso orario, perchè e molto importante se vogliamo migliorare la nostra memoria. Io volevo. Non uscivo quasi mai, ho tolto i ponti con tutte le persone che non mi sopportavano. Alla fine lo scopo era solo uno.
Quando i miei coetanei si divertivano alle feste, io rimanevo a casa, con i miei due amici. Sapevo bene che posso sempre contare su di loro.
In tre eravamo davvero invincibili. E lo siamo ancora. Anche se litighiamo a volte, ma è normale, capita a tutti, no?
Oh, ho quasi dimenticato. C’è ancora un personaggio che volevo presentarvi. Lei è l’osservatrice che crede di essere la più oggettiva di tutti, perché è l’unica che possiede il privilegio di vedere gli altri. Solo lei può notare la loro presenza, senza trasformarsi in uno di loro allo stesso tempo. E solo lei li può giudicare. Proprio per questo l’ho chiamata in fin dei conti.
Il suo unico difetto è che a volte è un po’ arrogante, perché pensando troppo ai suoi privilegi si dimentica di far parte anche lei di questo gruppo.
- Italiano
@kaja111 forse potresti dividerlo in parti più brevi? altrimenti ci si perde…
Utente esperto

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